“All'inizio del Novecento, il Lanificio Rossi era la più grande impresa laniera italiana”
.. originario della contrada Oneste (localmente nota come contrà Rossi) di Conco. Dopo il trasferimento a Schio, nel 1849 Francesco cedette la gestione del lanificio al figlio, Alessandro Rossi. Nel corso degli anni, Alessandro trasformò l'azienda in una delle principali industrie nazionali, diventando il fulcro dell'attività economica della città di Schio.
All'inizio del Novecento, il Lanificio Rossi era la più grande impresa laniera italiana, con numerosi stabilimenti nel vicentino. Oltre a quelli di Schio, erano di particolare importanza quelli di Piovene Rocchette, ai quali si aggiunsero nel tempo quelli di Torrebelvicino, Pievebelvicino (una frazione di Torrebelvicino), Dueville, Marano Vicentino, Vicenza e Montorio Veronese. L'impresa Lanerossi produsse una vasta gamma di tessuti di lana destinati a svariati usi, esportati in tutto il mondo tramite una rete di vendita che si estendeva negli Stati Uniti, in URSS, in Germania, in Polonia, in Sud Africa e in Canada.
Nel 1963, Lanerossi fu acquisita da ENI e successivamente, nel 1987, dalla Marzotto. Nel corso degli anni, ha perso la sua destinazione industriale originaria ed è stata oggetto di progetti immobiliari. Attualmente è di proprietà di una società a responsabilità limitata di Milano, la Aree Urbane, la quale è in liquidazione dal 2017 e ha concesso l'utilizzo a Iricav 2.
Accanto all'importante impatto nel quartiere della pettinatura Lanerossi, nel 1929 venne inaugurato il Dopolavoro Lanerossi, successivamente acquistato dal comune di Vicenza nel 1990. Questo luogo, dopo più di vent'anni di abbandono, è stato riqualificato dalle associazioni vincitrici di un bando comunale nel 2011, dando vita al Centro Sociale Bocciodromo.
Dall'esterno, dello stabilimento si possono vedere solo capannoni ingrigiti, la vecchia centrale termoelettrica, vetrate e le due palazzine liberty all'ingresso, che ospitavano uffici e la mensa aziendale, circondati da vegetazione spontanea. Questa vegetazione ha riguadagnato spazio e ha cresciuto rigogliosa, poiché non è stata influenzata dalla mano dell'uomo e dal "progresso" degli ultimi 30 anni.
L'edificio, che fino a circa vent'anni fa avrebbe potuto essere definito e tutelato come archeologia industriale, purtroppo versa attualmente in uno stato di totale incuria ed abbandono, a differenza della fabbrica alta di Schio chiusa nel 2005. Quest'ultima vede oggi progetti di riqualificazione, sebbene non completati, che rispettano la struttura originaria e la storia dell'edificio, offrendo ai cittadini uno spazio per esposizioni artistiche, mostre e concerti.
Fino a poco tempo fa, il futuro di questa parte di città sembrava avvolto nella nebbia. Tra il 2004 e il 2008, con la rimozione dell'amianto, i terreni sono stati bonificati per un riutilizzo, almeno dal punto di vista produttivo, commerciale, direzionale e logistico. Nel 2004 è stato proposto un piano regolatore urbanistico edilizio approvato (Piruea Lanerossi), che ipotizzava la trasformazione dell'area in residenziale e commerciale, ma la comunità locale si oppose e il progetto fallì.
Nel 2012, il Piano degli Interventi prevedeva la realizzazione di una nuova strada nell'area dell'ex Lanerossi, collegando viale dell'Industria con viale San Lazzaro attraverso una serie di rampe semicircolari e un ponte sopra la linea ferroviaria. Tuttavia, il progetto rimase sulla carta. Attualmente, l'ultima ipotesi per il futuro dell'ex Lanerossi è stata identificata, in seguito alla presentazione del progetto definitivo dell'alta velocità, come area per la costruzione del campo base e dell'area di cantierizzazione a servizio della TAV. Ciò richiederebbe l'abbattimento di 11.000 metri quadrati di parco per creare un'enorme spianata di terra battuta e cemento.
Inoltre, la realizzazione della linea dedicata alla TAV comporterebbe la distruzione di una parte significativa del quartiere, con espropri e abbattimenti di edifici, compreso il Bocciodromo; riteniamo per questo che questo luogo debba essere difeso e protetto per la sua storia e la sua importanza naturalistica. Infatti, in trent'anni di abbandono, questa area è diventata un bosco con un proprio e particolare ecosistema, abitato da diverse specie di flora e fauna. È un polmone verde, patrimonio di tutta la città.
Tuttavia, il progetto rimase sulla carta. Attualmente, l'ultima ipotesi per il futuro dell'ex Lanerossi è stata identificata, in seguito alla presentazione del progetto definitivo dell'alta velocità, come area per la costruzione del campo base e dell'area di cantierizzazione a servizio della TAV. Ciò richiederebbe l'abbattimento di 11.000 metri quadrati di parco per creare un'enorme spianata di terra battuta e cemento. Oltre che la distruzione di una parte significativa del quartiere, con espropri e abbattimenti di vari edifici, compreso il Bocciodromo, per la realizzazione della linea dedicata alla TAV.
Pensiamo che questo luogo debba essere difeso e protetto per la sua storia e la sua importanza naturalistica. In trent'anni di abbandono, quest’ area è diventata un bosco con un proprio particolare ecosistema, abitato da diverse specie di flora e fauna, un polmone verde, patrimonio di tutta la città.